Nel 2020, quando era premier, Giuseppe Conte ha ricevuto dei messaggi indicibili nella sua casella di posta. L’uomo sarà processato.
Dei messaggi inviati durante il lockdown nel 2020 all’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il 44enne di Terni ne dovrà rispondere a processo. Dal 31 marzo 2020 per oltre un mese, in pieno lockdown, l’uomo avrebbe inviato tutti i giorni un’email al premier Conte. Email piene di insulti, minacci e auguri di morte per lui e suo figlio.
L’uomo, 44enne umbro, dovrà rispondere dell’accusa di stalking nei confronti dell’ex premier e leader del M5S Giuseppe Conte per i terribili messaggi. Le email sono iniziate con gli insulti poi ad auguri peggiori. “Sei un lurido schifoso terrone“. Poi: “Devi morire, vigliacco”, oppure: “Pecoraro del popolo, ti deve prendere una lunga malattia incurabile”. E ancora: “Ti deve crepare tuo figlio tra le braccia, ti distruggo tutto”.
Il motivo degli insulti
Il tutto è andato avanti tutti i giorni fino al 20 aprile, insulti e minacce dure da far scattare l’allarme della Digos e della polizia postale che hanno iniziato le indagini fino a risalire all’identità dello stalker che minacciava il presidente del Consiglio. All’epoca, il 44enne era disoccupato e ha precedenti penali alle spalle per molestie minacce e droga. Ora però dovrà rispondere delle accuse al tribunale di Roma. Il pm ha già formulato l’accusa nell’aula di piazzale Clodio e adesso spetta alla corte decidere se condannare o meno il responsabile delle email.
Resta ancora un mistero il motivo per cui abbia inviato alla casella della presidenza del Consiglio ogni giorno un insulto o una violenta accusa. Probabilmente, la motivazione è la politica dell’ex premier Conte di chiudere in lockdown il Paese.